Nell’ambito del PIF Organica Toscana è stato portato avanti un ulteriore progetto dal nome potente e ambizioso: MI.TI.CO (MItigazione ed adattamenTI ai cambiamenti climatici nei sistemi Cerealicoli e Orticoli biologici – Sottomisura 16.2 del PIF). Il suo obiettivo è l’aumento della sostenibilità e della resilienza dei sistemi agricoli biologici. Tramite un uso più efficiente delle risorse, ma anche con l’adozione di strategie di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici.
In particolare, si è trattato di identificare i processi di trasformazione e di innovazione per l’agricoltura biologica. Per una transizione sostenibile dell’agricoltura verso zero emissioni. Si tratta di processi e pratiche che possono avere diverse scale di applicazione: il campo, l’azienda e il territorio.
Un percorso ipotetico di transizione dovrebbe infatti comprendere la riduzione della fertilizzazione inorganica. E ancora, l’utilizzo delle leguminose per la copertura del suolo e consociazione. E sopratutto meccanismi di compensazione, come l’agroforestazione e la riforestazione.
Il progetto Mi.Ti.Co. si è soffermato in particolare sul campo, nello specifico, sulla fase di concimazione e irrigazione. I partner coinvolti sono stati il Landlab dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Sant’Anna, le aziende agricole Il Cerreto e Bio Colombini.
Alberto Mantino, ricercatore della Sant’Anna, ha descritto il risultato di questa ricerca al convegno conclusivo del progetto Mi.Ti.Co, lo scorso 11 giugno, e a un gruppo di aziende aderenti al PIF che hanno partecipato alla giornata in campo il 6 ottobre 2021.
Innanzitutto è stata svolta un’analisi di scenario sui cambiamenti climatici in atto sul territorio coinvolto, ovvero la provincia di Pisa, nonché di utilizzo della risorsa idrica. Adottando il criterio della cosiddetta “intensificazione sostenibile” in relazione all’irrigazione, è stato scelto l’approccio dell’agricoltura di precisione.
Analizzati infatti i vari tipi di irrigazione, i dati di perdita ed efficienza, è emerso che quello a micro-irrigazione sotto-superficiale produce i risultati migliori. Sia in termini di minor spreco che di efficacia finale. Attraverso un sistema di manichette, stazioni di rilevamento dati, app e software di monitoraggio, il gruppo di ricerca e l’azienda hanno messo a punto un sistema automatico assai preciso.
La ricerca si è poi concentrata sull’analisi del ciclo di vita, ovvero lo strumento analitico che stima l’impatto ambientale di un prodotto, considerando tutte le fasi del ciclo di vita. In particolare, si sono valutati quegli impatti riconducibili direttamente alle attività dell’azienda (in particolare per le colture di zucchino e pomodoro da mensa). Dai risultati emerge che la maggior parte delle emissioni deriva dai materiali di copertura della serra fredda in oggetto. Tuttavia sono impatti poco modificabili, che hanno condotto i ricercatori a concentrarsi quindi sulla gestione dei fertilizzanti e dell’irrigazione. Questi due aspetti da soli rappresentano un terzo degli impatti totali, ma sono migliorabili. È un buon inizio.
Iniziativa finanziata dalla sottomisura 1.2 nell’ambito del bando PIF AGRO 2017 del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Toscana (fondi FEASR)