Un terzo dell’agricoltura toscana è bio. Ecco perché deve crescere ancora

Negli ultimi 30 anni in Italia l’agricoltura biologica ha visto una crescita esponenziale. Senza eccessi, i numeri sono chiari e parlano del 79% in più di superfici coltivate a biologico e del 69% in più di operatori. La Toscana non è rimasta indietro e costituisce, insieme ad altre 6 Regioni, la metà di tutti gli operatori biologici distribuiti a livello nazionale. 

Il mondo bio è pronto a misurarsi, anche a livello europeo, con le nuove sfide per i prossimi decenni. La percentuale di superficie agricola Bio sulla SAU totale nazionale nel 2010 era del 8,7%, oggi è arrivata al 15,8%. Ancora lontano quindi l’obiettivo del 25% entro il 2030 dettato dalla Commissione Europea, ma non per tutte le regioni. 

Produzione e consumi in crescita

In Toscana l’agricoltura biologica rappresenta già oltre il 32% della superficie agricola utilizzata. A trainare il settore del bio in Toscana sono le colture foraggere (30%), cerealicole (17%), viticole (10%) e olivicole (11%). Le oltre 5.000 aziende agricole bio si occupano di oltre 150 mila ettari, costituiti in gran parte da seminativi, ma anche da oliveti, vigneti, frutteti e pascoli. 

In attesa della nuova PAC, la Toscana ha deciso comunque di accelerare i tempi. Per il solo biennio 2020-2021 la Regione Toscana ha deliberato oltre 100 milioni di euro solo per l’introduzione e il mantenimento dell’agricoltura biologica. 

Del resto, i consumi parlano chiaro. La pandemia ha infatti determinato una crescita dei consumi di prodotti bio dell’1,7% in Toscana. Lo ha rilevato Coldiretti Toscana, a partire dai dati del rapporto “Bio in cifre 2020” presentato da ISMEA. Che però sottolinea ancora il ricorso massiccio alle importazioni di prodotti bio, spesso anche da Paesi extra Ue. 

Il parere dei consumatori

Il tema della tracciabilità è infatti strettamente connesso alle scelte di acquisto. Lo dicono i consumatori stessi. In un video recentemente realizzato da Fondazione Campagna Amica, vengono intervistati alcuni clienti del mercato agricolo, proprio sui temi dell’agricoltura biologica. Il video è stato proiettato in occasione di un webinar promosso da CAICT-Coldiretti nell’ambito del PIF Organica Toscana.

Viene loro chiesto cosa significhi innanzitutto un prodotto biologico. “Qualcosa fatto in casa o più vicino possibile al fatto in casa”, risponde un cliente. “Naturale”, “sano”, “corretto per l’alimentazione della famiglia”, aggiunge un’altra. Perché è buono? “Perché fresco, più nutriente”. Quanto alla fiducia, non sempre c’è: “Le certificazioni non sempre sono una garanzia”, dice una signora, e un’altra aggiunge: “Al mercato mi fido di più perché conosco l’azienda agricola e so che non mente”. 

Per il futuro, un marchio bio della produzione locale e regionale verrebbe visto positivamente: “Nonostante l’eventuale il prezzo maggiore”. Infine, la misura di quanto una fetta di consumatori sia sempre più consapevole delle proprie scelte di consumo, la dà una giovane donna che risponde alla domanda: perché è migliore il prodotto locale? “Perché cresce dove cresco io”.

PSR Toscana
Unione Europea Repubblica Italiana Regione Toscana

Iniziativa finanziata dalla sottomisura 1.2 nell’ambito del bando PIF AGRO 2017 del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Toscana (fondi FEASR)