Organica Toscana, prodotti bio e per il territorio

Negli anni di sviluppo e attuazione del PIF Organica Toscana (2017-2021), le filiere cerealicole e ortifrutticole hanno vissuto decisi cambiamenti. Nel primo caso c’è stata un’impennata della domanda nel 2020, mentre nel secondo caso le dinamiche di mercato, in particolare negli anni pre-Covid, hanno determinato un’oscillazione dei prezzi, spesso al ribasso, con gravi conseguenze per i produttori primari. 

In quest’ottica la garanzia di un accordo di filiera – il cuore portante del PIF – ha determinato una sostanziale stabilità nella vendita e nella retribuzione, all’interno di una forchetta di prezzi equa, nota e concordata all’origine. A dirlo sono i dati emersi dal bilancio di GreenGea, che ha svolto consulenza per la progettazione del PIF, illustrati in occasione del convegno sul progetto “Mi.Ti.Co”

Produzione di cereali, frutta e verdura bio

In fase di monitoraggio e bilancio finale, è emerso che l’obiettivo di rafforzare le due filiere è stato raggiunto in grossa parte, con l’organizzazione di una logistica più avanzata e strutturata della precedente, ma anche con un aumento della produzione e della vendita di prodotti biologici. 

In quattro anni di attività – illustra Sergio Mottola, consulente progettista di GreenGea, i 19 partner diretti (rispetto ai 21 iniziali) hanno portato avanti il progetto. Gli investimenti realizzati sono stati pari al 67,1% di quanto programmato inizialmente, per un totale di 3,3 milioni di euro.

Gli investimenti del PIF

Il dato più significativo è quello sul tipo degli interventi: il 77% degli investimenti ha riguardato le aziende agricole.

L’agricoltura biologica infatti ha necessità di molte lavorazioni meccaniche, con attrezzature non sempre presenti in agricoltura convenzionale. Grazie al PIF sono stati acquistati molti strumenti, dal trattore, all’erpice, all’aratro alle seminatrici che permettono di seminare più colture diverse, o svolgere più lavori contemporaneamente.

Gli investimenti in dotazioni per la trasformazione e gestione dei prodotti agricoli sono stati il 39% del totale. Tra questi spiccano quelli de Il Cerreto per i cereali, di Mastrociliegia per la frutta, della Tenuta San Carlo per il riso e l’Unitaria per gli ortaggi.

Al secondo posto compaiono gli investimenti in dotazioni per la produzione primaria vera e propria (il 25%). Molte aziende infatti hanno rinnovato le proprie dotazioni per la lavorazione della terra e la gestione delle coltivazioni. Il 13% degli investimenti ha riguardato poi i fabbricati e le infrastrutture connesse alla trasformazione. Il 5% inoltre è stato destinato a nuovi per impianti arborei, prevalentemente piccola frutta e meleti. Le aziende coinvolte sono state Calafata, Casa Ilaria, Valentini Ezio.

Il rafforzamento delle filiere

Il risultato di questa importante operazione è stata la garanzia, per i produttori, di vendita a prezzi equi, stabili e superiori alle medie di mercato negli anni di progetto. Si parla di una produzione annua di oltre 6 mila quintali di cereali e legumi. Altrettanti di frutta e verdura, destinati al mercato biologico toscano. Infatti, insieme all’importante componente produttiva, un’attenzione specifica è stata riservata alla distribuzione, con precisi accordi di filiera.   

Il PIF infine ha dato modo ai produttori, in collaborazione con il mondo della ricerca, di creare modelli innovativi. E sperimentare con metodo scientifico le tecniche per aumentare la sostenibilità dei sistemi agricoli

  • Leggi qui per approfondire gli investimenti realizzati nell’ambito della trasformazione
  • Leggi qui per approfondire le cose fatte nell’ambito della distribuzione.
PSR Toscana
Unione Europea Repubblica Italiana Regione Toscana

Iniziativa finanziata dalla sottomisura 1.2 nell’ambito del bando PIF AGRO 2017 del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Toscana (fondi FEASR)